Non ancora decise le date dello stop che interessa la rete ordinaria
I gestori di carburante aderenti alle associazioni di categoria Figisc e Anisa hanno proclamatosette giorni di chiusura degli impianti per protesta nei confronti dei provvedimenti del governo Monti riguardo la liberalizzazioni del settore. Le date dello stop prolungato non sono state ancora decise: le due associazioni, che rappresentano i gestori della rete ordinaria, attendono infatti le azioni del prossimo Consiglio dei Ministri.
"La scelta di intervenire sull'esclusiva di fornitura nella rete carburanti – hanno fatto sapere le due associazioni dei benzinai - non produrrà alcun effetto sui prezzi, ma otterrà il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai retisti convenzionati la vita ancor più impossibile fin da subito. Non solo, perché la norma che autorizza gli impianti a funzionare 24 ore su 24 solo nella modalità self service senza più la presenza dell'operatore è un altro grossissimo chiodo piantato sulla bara della categoria. Insomma, ci vuole davvero coraggio a sostenere che queste siano le misure di sviluppo necessarie a far uscire dalla crisi economica il Paese".
Da un anno l’escalation dei prezzi dei carburanti è dovuta per l'80% all'aumento delle imposte sulle accise, mentre i rialzi del petrolio hanno inciso per il 20%. “I costi di distribuzione - aggiungono Figisc e Anisa - gravano sul prezzo finale circa per meno del 10% contro una quota di imposte che vale il 60% del prezzo della benzina".
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