La situazione sta precipitando: da un lato parte della categoria dei gestori delle stazioni di servizio minaccia la bellezza di dieci giorni di sciopero contro il piano diliberalizzazione dei carburanti che il Governo si accinge a varare, dall'altro la Sicilia è paralizzata da giorni per gli sciopero e i blocchi messi in atto a autotrasportatori e agricoltori.
Fino a 2,50 euro al litro. Ed è proprio da qui che arriva un segnale di allarme da parte di un nostro lettore, che ci segnala come i distributori siciliani siano a secco ormai dallo scorso weekend; finite le lunghissime code agli impianti dei giorni scorsi, è scattato il mercato nero. "Quei pochi che ancora dispongono di un po' di benzina - racconta il lettore - la vendono sottobanco a prezzi che oscillano tra 1,90 e 2,50 euro al litro: neanche fossimo in guerra".
Intanto, la rabbia cresce. Chi, come il nostro lettore, è costretto a fare 150 km al giorno per andare e tornare dal lavoro e non può contare sui mezzi pubblici, troppo poco diffusi, sta esaurendo le scorte dei serbatoi e rischia di rimanere a casa, mentre lungo le strade sono tante le auto abbandonate coi serbatoi a secco. "Scusate lo sfogo - conclude giustamente il lettore - ma i telegiornali parlano poco della nostra situazione ed è importante che il resto d'Italia sappia che cosa sta accadendo in Sicilia". E che, se le proteste minacciate saranno attuate, potrà capitare anche in tutta Italia nei prossimi giorni.
Grazie a: http://www.quattroruote.it

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